Ti è mai successo di non sapere da dove cominciare oggi? Hai tante pratiche in sospeso e tanti compiti da portare a termine, ma non hai mai il tempo di terminarle. Proprio non ci arrivi.
Se ti capita spesso o ti è capitato più volte nell’ultimo periodo è probabile che sia arrivato il momento di correre ai ripari. E non sei il solo. Succede a tutti quei professionisti che sembrano affetti dalla sindrome di Peter Pan.
Se non lo sai, la sindrome di Peter Pan è quella situazione psicologica in cui si trova una persona matura che si rifiuta o è incapace di crescere. Ovviamente nell’articolo di oggi, mi riferisco alla crescita professionale! Ma il paragone mi sembrava azzeccato. Un professionista si preclude la possibilità di crescere tutte le volte che non riesce a delegare! Lo sapevi?
La maggior parte dei professionisti è poco incline a delegare e quando lo fa, quasi sempre lo fa male. Nella maggior parte dei casi, la delega è fatta nei confronti di un praticante o un collaboratore subordinato e mai ad un altro professionista dello studio di pari grado, in caso di studi costituiti da più professionisti. E le ragioni sono facilmente intuibili.
Il professionista che non riesce a delegare, tende a fare quante più cose con le proprie mani innescando quel meccanismo del “faccio tutto io e ad ogni costo“, con la conseguenza che avviene un vero e proprio accentramento di lavoro sulle spalle del professionista indipendentemente dalle proprie capacità e possibilità di portare a termine le numerose attività lavorative.
La verità è che se sei un professionista che ha già maturato un certo grado di esperienza troverai molto difficile rinunciare a svolgere parte del tuo lavoro per delegarlo ad altri professionisti o collaboratori. Il meccanismo che si innesca spesso è “faccio prima a farlo io che a spiegarlo a te“. Nulla di più sbagliato.
Il motivo di questa resistenza risiede nel fatto che vi è una vera e propria paura di delegare. Il professionista che non delega associa spesso questa paura al rischio di sbagliare o alla mancanza di fiducia verso il collaboratore o il professionista a cui vorrebbe delegare l’incarico.
Premesso che nessuna organizzazione professionale può funzionare adeguatamente senza che vi sia un certo grado di divisione del lavoro e dei compiti, l’accentramento del lavoro nelle mani di un solo professionista comporta spesso l’impossibilità da parte del professionista a fare tutto in tempi accettabili e senza perdere la salute. E quando per qualsiasi motivo viene a mancare il professionista che è la figura di riferimento, tutto sembra fermarsi.
Quando invece si riesce a superare questa paura e si riesce a delegare, sin troppo spesso la delega si limita semplicemente a comunicare i singoli compiti senza spiegare l’obiettivo finale. Il più delle volte la delega diventa una imposizione, anzichè una fase di crescita professionale.
Ma come si supera la paura di delegare? Un ottimo sistema per sconfiggere la paura e limitare così i rischi che la delega di un compito comporta è quello di definire un adeguato sistema di controllo che preveda delle verifiche periodiche sull’andamento dell’incarico affidato.
Ma è sufficiente solo questo? Forse no. Ecco allora 3 utili consigli per gestire al meglio la delega di un incarico o di una serie di compiti:
1) fissare degli obiettivi e dichiararli: fissare un obiettivo che sia realistico, chiaro, misurabile è un inizio che consente di delegare con maggiore tranquillità uno o più compiti; perchè mai un collaboratore dovrebbe eseguire un compito a lui assegnato se non sa nemmeno il motivo e la finalità per cui quel compito debba essere portato a termine?
2) motivare le persone: tutti quanti, dall’amministratore delegato della società più affermata alla commessa di un magazzino addetta alla consegna dei pacchi, vogliono sentirsi dire che il loro lavoro è importante e che i loro sforzi sono utili all’azienda; pensi che ciò sia diverso nell’ambito di uno studio professionale? Riconoscimento e incoraggiamento sono due cose fondamentali che consentono di trasformare un buon collaboratore in un eccellente collaboratore;
3) rispettare la dignità delle persone: tratta gli altri come vorresti che gli altri trattassero te; tutti nell’ambiente lavorativo trarranno enormi benefici, lavoreranno meglio e renderanno di più sentendosi soddisfatti di se stessi.
Sono 3 semplici consigli, giusto per iniziare. Ma forse vale la pena provarci. Cosa ne pensi?
Grazie. Proprio un bell’articolo. Faccio il commercialista da un paio d’anni e mi ci riconosco in pieno. Ed infatti poco tempo fa ho deciso di prendere un tirocinante che affiancherà la mia collaboratrice part-time. Impostare un sistema di verifiche periodiche credo sia l’aspetto più importante. Complimenti ancora per l’articolo ben fatto. Ciao
Grazie Gianluca, lo spunto per questo articolo mi è venuto da una mail ricevuta in questi giorni.Quindi ancora una volta devo ringraziare tutti coloro che ci leggono ;-)
Ciao
Sono un collaboratore di uno studio e mi occupo di fiscale. Condivido in pieno la Vostra opinione, anche perchè tale indicazione riflette la nostra organizzazione.
In primis, per quello che mi riguarda, il rispetto della persona, tutto il resto viene da se.
Complimenti per il sito e per le informazioni sempre utili.
Buon lavoro.
Carmelo Vaccaro
Grazie Carmelo :-) commenti e spunti di riflessione sono sempre bene accettibye bye
ciao Antonino
ottimo articolo visto sia dalla parte del professionista imprenditore sia dalla parte del lavoratore dipendente.
Ognuno è giusto che abbia i propri compiti e che, soprattutto, il suo lavoro sia rispettato (ovviamente se svolto bene !!!).
B.
Grazie cara Barbara, oltre al fatto che il lavoro va rispettato, vanno soprattutto rispettate le persone (e valorizzate ovviamente)Concordi?
Ciao
eh si … hai ragione. la persona ha il suo valore e non dovrebbe mai essere sminuita … purtroppo nella realtà ci troviamo spesso davanti a situazioni completamente diverse.
B.
caro Antonio io ho il problema contrario
sono un giovane dottore commercialista sfruttato in
uno studio associato, percepisco 700,00 euro mensili e lavoro 9 ore al giorno.
Ho intenzione di esercitare la professione in autonomia. Il mercato saturo e povero di attivita e iniziative mi scoraggia
che fare???????????????
grazie un saluto
Ciro, non è facile rispondere ad una domanda come la tua…. ad ogni modo, se la cosa può consolarti, il tuo è un problema comune a molti (anche a chi ha studio già avviato). La tua domanda però può essere spunto per un nuovo articolo dove potremo affrontare l’argomento.Ciao
Ho trovato il vostro articolo molto interessante e preciso.Terrò in forte considerazione le indicazioni, che ognuno di noi ha già “forse” ben presente, ma rileggere serve anche a rimettersi in discussione.
Grazie
Valerio
Ciao carissimi amici!!!
Io sono a Napoli e in questo momento un acquazzone…che viene giù di brutto!!!!
Interessante l’argomento relativo alla “sindrome di Peter Pan”. E’ vero. Esiste. Dalla mia esperienza posso aggiungere che molto spesso capita che ad esserne colpiti , oltre ai prototipi che avete indicato voi, sia anche un professionista che non si sente all’altezza di delegare, perchè correrebbe il rischio di essere interpellato dal delegato per avere certezze e delucidazioni sull’espletamento della delega e, quindi, preferisce barricarsi nelle sue insicurezze con l’unica vera certezza di non essere “sgamato”. Tanto mi consta dalla frequentazione di tanti prototipi….
Quindi il motto potrebbe essere: “Delega e dimostrerai quanto vali!!!”.
Vi saluto con tanta cordialità e gratitudine per darmi la opportunità di confrontarmi con Voi che siete oltre che professionali anche … sagaci ed intelligenti!
Buona vita!!!
Lisa
Elisa, molto interessante il tuo punto di vista. Il motto “Delega e dimostrerai quanto vali” mi piace e lo approvo.Buona vita anche a te e grazie
ciao ciao
Rispondo pubblicamente ad una domanda che mi è pervenuta questa mattina in email, perchè penso possa interessare tutti.
Mi è stato chiesto il motivo per cui quando viene lasciato un commento sul nostro blog non compare la propria foto.
Per far comparire la vostra foto potete usare il servizio gratuito Gravatar (http://it.gravatar.com). Un Gravatar è una immagine che puoi usare in qualunque sito ed appare accanto al tuo nome quando commenti un blog. E’ una immagine unica che puoi usare in qualunque sito internet, blog o forum che decidi di commentare. E’ davvero comodo perchè ti identifica con una foto unica e sarai sempre riconoscibile.
Se invece commentate usando il vostro profilo Facebook, il problema non si pone poichè automaticamente comparirà la foto del profilo di Facebook.
Ciao e buona lettura
la figura mi calza a pennello anche se ho provato a delegare delle attività di studio ma spesso i risultati sono disastrosi. manca il rispetto delle cose altrui il pensiero di dedicarsi alla pratica affidata come se fosse tua.
io voglio delgare ma non trovo il delegato.
Forse una risposta (a caldo) al tuo commento potrebbe essere: E SE IL DELEGATO LO FORMASSI?Insomma cambiare il punto di vista. Invece che “trovare” un delegato, “formare” un delegato! Potrebbe essere un punto di vista interessante. Oltre che formare i propri collaboratori è utile anche sostenerli, incoraggiarli, lodarli e premiarli quando fanno bene.
Ovvio che devono metterci anche del loro!
condivido pienamente ed applico trovando difficoltà e “mancanze” da parte mia sul controllo che invece è fondamentale, non ci può essere delega senza controllo!
“Non ci può essere delega senza controllo!” ….. Bellissimaaaaaa! Stupendo!Grazie per il tuo contributo Oriana.