Come Aprire uno Studio di Architettura

Tags:

aprire-studio-architetturaAprire uno studio di architettura è il sogno nel cassetto di molti giovani neolaureati.

Il percorso da seguire però non è facile, ne tantomeno immediato.

Per esercitare la libera professione di architetto occorre molta pazienza, tenacia e tanti sacrifici.

Nonostante ciò, molti neolaureati prendono la decisione di focalizzarsi e convogliare le loro energie per mettersi in proprio.

Ma come si diventa architetto? E come aprire uno studio di architettura?

Dopo il corso di laurea in architettura gli aspiranti architetti dovranno sostenere un esame di Stato abilitante alla professione, superato il quale ci si può iscrivere all’ordine degli architetti.

A questo punto si può considerare l’ipotesi di aprire uno studio. Avviare e gestire uno studio di architettura comporta una serie di attività e competenze molto diverse: tecniche, creative, manageriali, amministrative, negoziali ed anche comunicative.

Lo studio di architettura infatti deve essere in grado di garantire la realizzazione delle aspettative della propria clientela con precisione, rispetto dei tempi e dei costi, assolvendo anche il gravoso compito di redigere le pratiche burocratiche ed amministrative che la legge impone.

Uno dei principali problemi da affrontare prima di aprire uno studio di architettura è il sostenimento delle spese di costituzione dello studio: acquisto di mobilio, attrezzature, computers, stampanti e plotter.

Seguono poi tutte quelle spese inerenti la gestione ed il mantenimento dello studio: le spese di affitto dei locali, le utenze, le spese amministrative, le spese relative alle banche dati per l’aggiornamento professionale, le spese relative ai software gestionali (molto costosi in questo campo) e quelle relative al pagamento dei contributi previdenziali.

Dal punto di vista fiscale e previdenziale si dovrà richiedere l’apertura della partita Iva e richiedere obbligatoriamente l’iscrizione alla Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti (Inarcassa) per il versamento dei contributi previdenziali obbligatori.

L’iscrizione all’Ordine professionale, il possesso della partita Iva (anche in forma associata) e il non assoggettamento ad un’altra forma di previdenza obbligatoria sono i tre requisiti necessari per l’iscrizione all’Inarcassa.

Il reddito prodotto dallo studio professionale di architettura si configura come reddito di lavoro autonomo, cioè derivante dall’esercizio di professione abituale, anche se non esclusiva.

Gli onorari percepiti dal professionista e le spese sostenute rilevano secondo il principio di cassa.  Pertanto per determinare il reddito di lavoro autonomo si deve tener conto del momento dell’incasso del compenso o del pagamento della spesa (compensi incassati nell’anno – costi pagati nell’anno).

Nessun commento ancora.

Lascia un Commento

reset all fields

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.