Un’attività imprenditoriale o professionale comporta una gestione amministrativa, fiscale e previdenziale che va affrontata in modo consapevole fin dal giorno in cui si decide di mettersi in proprio.
Un corretto approccio alla gestione amministrativa e fiscale può essere un fattore critico di successo che può fare la differenza per ogni imprenditore o libero professionista.
Così, chi decide di fare il grande passo, la prima cosa che fa è fissare un appuntamento con un commercialista per conoscere il quadro fiscale e previdenziale con il quale dovrà confrontarsi quando aprirà la partita IVA.
Il punto è che ci sono diversi uffici ed enti con cui occorre interagire e la principale difficoltà nasce dal fatto che ognuno di questi ha proprie regole e modalità di dialogo (per lo più esclusivamente in modalità telematica).
Ma quanto costa il commercialista?
Premesso che per chiunque, rispondere ad una domanda simile non è per nulla semplice, ancor più difficile è riuscire a far capire le ragioni che giustificano il costo del commercialista. Almeno proviamoci!
Le valutazioni da fare per determinare il costo del commercialista possono essere molteplici e occorre prendere in considerazione molti aspetti, che vanno ben oltre la quantificazione del fatturato e/o del numero di fatture annue.
In primis, bisogna dire che un commercialista è una figura professionale che, per fare quello che fa, ha una laurea, ha affrontato un esame di Stato, si tiene costantemente aggiornato (spesso con costosi corsi e seminari) e sostiene dei costi di struttura non indifferenti. Proprio per questo però riesce a dare precise garanzie in termini di risultati ai propri clienti.
Detto questo, si possono poi fare tutta una serie di considerazioni per determinare il costo della consulenza del commercialista. Vediamone in via esemplificativa solo alcune.
Una prima valutazione da fare è il tipo di azienda che chiede assistenza al commercialista. Si tratta di una ditta individuale, di una snc o di una srl? Perchè, ovviamente, a seconda della tipologia di azienda cambiano gli obblighi fiscali e gli adempimenti amministrativi.
Nel caso di una società, ad esempio si possono prendere a riferimento il numero di soci, il numero di amministratori, il tipo di problematiche, le prestazioni professionali richieste e così via.
I fattori che possono essere presi in considerazione per determinare il costo per il commercialista possono essere anche altri. La complessità dell’incarico professionale, le questioni da risolvere, il grado di responsabilità oppure ancora l’urgenza del lavoro.
Nella determinazione del costo del commercialista, si può tenere conto anche del tipo di contabilità adottata (ordinaria, semplificata o regime dei minimi) e fare quindi riferimento anche alla quantità di documenti o alla quantità di rilevazioni contabili annue.
Infine, si possono anche considerare altri aspetti come la frequenza delle chiamate! C’è chi chiama tre volte al giorno, chi lo stretto necessario e chi non chiama mai.
Al di là delle semplici considerazioni fin qui fatte, però, devo ribadire ancora una volta che il rapporto tra il commercialista ed il proprio assistito è basato sulla fiducia ed è arduo pensare che il cliente possa rivolgersi al commercialista solo sulla base del prezzo. Il rapporto con il commercialista infatti deve essere sempre improntato alla massima serietà delle parti ma anche alla serenità e al rispetto reciproco.