Vuoi aprire partita IVA come traduttore e interprete? Se sei un traduttore e interprete e vuoi metterti in regola con il fisco, in questo articolo ti spiego qual è il corretto inquadramento fiscale dell’attività professionale di traduttore e interprete.
Quella di traduttore e interprete è un’attività libera che non necessita di requisiti specifici. I traduttori e gli interpreti fanno parte della categoria dei professionisti non regolamentati e pertanto sono dei professionisti senza cassa. Che significa? Significa che, attualmente la normativa italiana non ha previsto un’organizzazione in ordini o collegi per i traduttori e gli interpreti professionisti.
Secondo le norme italiane, coloro che esercitano un’attività economica in maniera abituale e con la prevalenza del lavoro intellettuale, con esclusione delle attività riservate per legge ai soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell’articolo 2229 del codice civile, delle professioni sanitarie e delle attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche norme, appartengono alla categoria delle professioni non protette o non regolamentate.
Come diventare traduttore e interprete
E chi, ancora non lo è, e vuole diventare un traduttore e un interprete? Per diventare traduttore e interprete bisogna frequentare un percorso formativo che garantisca una solida preparazione di base e che possibilmente sia riconosciuto anche all’estero. Queste scuole formano figure professionali molto preparate che sono in grado di lavorare in tutta Europa in diversi settori come l’assistenza linguistica, le traduzioni di testi e verbali, la mediazione culturale e così via.
I traduttori e gli interpreti di oggi, rispetto al passato lavorano in maniera totalmente diversa e con strumenti all’avanguardia come i CAT tools. Si tratta di strumenti per la traduzione assistita da computer (la sigla CAT sta appunto per Computer Assisted Translation). Niente a che fare con strumenti come il traduttore di Google, ma veri e propri software che automatizzano il processo di traduzione lavorando sui numerosissimi strumenti che incorporano: riconoscimento ottico dei caratteri, strumenti per l’ortografia e la grammatica, project management e le memorie di traduzione.
Aprire partita IVA come traduttore e interprete
Per aprire la partita IVA come traduttore e interprete non ci sono costi iniziali se non quello dell’onorario del commercialista a cui affidi l’incarico di aprire la partita IVA. In alternativa, puoi aprire la partita IVA tu stesso presentando la richiesta presso il competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate mediante la compilazione dell’apposito modello.
Il codice ATECO da indicare per l’apertura della partita IVA come traduttore e interprete è il codice 74.30.00. Dal momento che si tratta di un’attività di lavoro autonomo, l’attività di traduttore e interprete non comporta l’obbligo di iscrizione alla Camera di Commercio Industria e Artigianato (CCIAA).
Dal punto di vista previdenziale, i traduttori e gli interpreti hanno l’obbligo di iscriversi alla gestione separata INPS dei liberi professionisti senza cassa. L’iscrizione alla gestione separata INPS può essere effettuata tramite invio per posta raccomandata o con invio telematico utilizzando il sito istituzionale dell’INPS.
Il contributo INPS è interamente a carico dei professionisti, che tuttavia hanno la facoltà di addebitare al cliente in fattura, a titolo di rivalsa, un’aliquota pari al 4% del compenso indicato. Il versamento dei contributi INPS avviene con lo stesso meccanismo di acconto e saldo e con le medesime scadenze previste per i versamenti delle imposte sul reddito (IRPEF).
Vuoi aprire la partita IVA come traduttore e interprete?
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Buongiorno ho un codice attività 74.30.00 traduttrice. Sono in pensione dal gennaio 2016. ho riaperto la partita IVA nel mese di luglio 2017 con gestione separata. Quali sono le aliquote INPS e IRPEF che dovrò pagare ? Grazie