Entro la fine dell’anno, l’Agenzia delle Entrate prevede di portare a termine circa 35 mila accertamenti basati sul redditometro.
Ne avevamo già parlato sul blog nell’articolo “Come difendersi dal redditometro” di quache tempo fa. Oggi nostro malgrado ritorniamo a parlare di redditometro.
Ma come avverrà il controllo?
Sostanzialmente il controllo si baserà su due fasi.
La prima fase è costituita proprio dall’invio del questionario contenente l’invito a fornire giustificazioni sulle incongruenze riscontrate dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate.
La seconda fase è costituita dall’accertamento vero e proprio. Se le giustificazioni fornite dai contribuenti non saranno ritenute soddisfacenti dall’Agenzia delle Entrate, di fatto si instaurerà un vero e proprio contraddittorio tra fisco e contribuente.
Come comportarsi allora se si è soggetti al controllo basato sul redditometro? Come rispondere alle domande del fisco?
Partiamo dalla semplice premessa che il nuovo redditometro si basa su un principio molto semplice: il fisco presume che tutte le spese sostenute nel periodo di imposta oggetto del controllo sia stato finanziato con i redditi del periodo stesso, salvo che il contribuente dimostri che le spese sostenute sono state finanziate con altri mezzi.
Per selezionare i contribuenti a maggior rischio l’Agenzia delle Entrate mette a confronto le spese sostenute nell’anno con i redditi percepiti nel medesimo periodo di imposta, per vedere se c’è corrispondenza.
Fatto questo, il fisco invia il questionario. In teoria, il contribuente che riceve il questionario ha 15 giorni dalla data di notifica per rispondere all’Agenzia delle Entrate.
Se il contribuente non è in grado di provvedere entro il suddetto termine, potrà richiedere all’ufficio una proroga del termine per la consegna della documentazione e dei dati richiesti. In tal caso, il nostro personale consiglio è farlo con una motivata richiesta formale tramite posta elettronica al funzionario responsabile del procedimento, indicato nell’atto ricevuto dal contribuente e attendere la relativa risposta.
Cosa comporta la mancata risposta al questionario?
L’eventuale mancata risposta al questionario potrebbe legittimare l’ufficio a procedere nei confronti del contribuente persona fisica con un “accertamento induttivo“ e a subire anche una sanzione.
Cosa rispondere alle domande del fisco?
Se viene evidenziato uno scostamento tra il reddito dichiarato e le spese sostenute sarà opportuno dimostrare che quelle spese sono giustificate, perché, ad esempio, effettuate con risparmi accumulati nel corso del tempo o con una donazione di un familiare.
Ricordiamo che è molto importante rispondere correttamente al questionario perché una chiara ed esauriente compilazione permette di chiudere e arrestare il procedimento di controllo a carico del contribuente.
Se il contribuente fornisce adeguata risposta per convincere il fisco della bontà del proprio reddito, la questione può chiudersi immediatamente con l’archiviazione del procedimento di controllo.
Se invece le risposte fornite non fanno chiarezza sulla situazione fiscale del contribuente, si passa alla fase successiva, quella del contraddittorio vero e proprio che si tiene negli uffici dell’Agenzia delle Entrate.
In questa fase, è importante sapere che tutto ciò che non viene dedotto e opportunamente documentato al fisco non può essere più utilizzato in un eventuale ricorso.
Come funziona il redditometro?
E tu, sei tra quelli a cui è arrivata la lettera con il questionario?